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Immagine del redattoreAgostino Conte - Scrittore

WhatsApp-Tik Tok: L'INCUBO SI CHIAMA JONATHAN GALINDO CHI E', COSA FA E COME EVITARLO

L'immagine è quella di un inquietante maschera raffigurante un Pippo un po' deformato. Non è una persona in carne e ossa ma possiede comunque le sembianze umane. Si chiama Jonathan Galindo e sta creando un vero terrore tra gli adolescenti su WhatsApp come folle gioco. (di Bruno Mucciarelli)



Il suo nome è Jonathan Galindo e non è una persona in carne e ossa ma un inquietante personaggio con una maschera da Pippo deformato sorridente che sta letteralmente invadendo le chat di WhatsApp ma soprattutto sta creando vero e proprio terrore tra gli adolescenti perché li sta spingendo a realizzare giochi pericolosi che potrebbero finire molto male. Le segnalazioni da parte dei genitori stanno aumentando a dismisura e le forze dell'ordine chiaramente sono state allertate per quello che si preannuncia il nuovo ''Momo'' del momento.


La ricordiamo molto bene la catena di Sant'Antonio che nel luglio del 2018creò letteralmente il panico su WhatsApp. In quel caso Momo invitava a rimandare un determinato messaggio contenente la foto raffigurante una donna deforme e mostruosa a tutti i contatti della rubrica, per evitare di essere contattati dalla stessa. Uno scherzo sì, ma che di fatto aveva creato una catena sul social partita dal numero (+31 345102539;+521 6681734379) della ragazza della foto, chiaramente fasullo, ma soprattutto con la possibilità che richiamandolo venga prosciugato il credito del proprio conto. Ora una vicenda simile sta nuovamente ''rinascendo'' su WhatsApp e questa volta a pagare non sono gli utenti con i soldi del credito ma con la vita degli adolescenti.

Jonathan Galindo DA BLOCCARE SUI SOCIAL

Tre mesi fa la Polizia Postale aveva diffuso una serie di consigli per non cadere vittima di un tale "Jonathan Galindo", che chiederebbe l’amicizia a bambini e adolescenti su Instagram, Facebook e Tik Tok, mandando un messaggio privato e chiedendo se “vogliono giocare”. In realtà chi si nasconde dietro l’account trascinerebbe le sue vittime in una serie di "sfide" che arriverebbero fino all'autolesionismo e al suicidio.“


Ma come nasce la maschera di Jonathan Galindo? Chi è davvero Jonathan Galindo?

l’inquietante immagine di un "Pippo umano" che in realtà sembra sia stata creata diversi anni fa: Gianmarco Zagato ha scoperto che il primo a caricare la foto sul web è stato un produttore di effetti speciali cinematografici, tale Samuel Catnipnik nel 2010 che aveva realizzato questa particolare maschera. Nel 2012-2013 la stessa maschera compare in alcuni video sessualmente espliciti di un artista e videomaker americano che sui social si identifica come Dusky Sam, Sammy Catnipnik o Samuel Canini. 

(di Alberto Berlini)


Risalendo agli archivi del web si nota come dal 2017 le immagini del "Pippo umano" si siano trasformate in quelle di Jonathan Galindo ma il rinnovato interesse si deve al suo successo su Tik Tok di un utente registrato nell’autunno 2019 come jonathangalindo54. Da quel momento, gli account con nomi simili si sono moltiplicati. Il successo diventa planetario quando un influencer messicano di nome Carlos Name, e circa 1.700.000 followers su Instagram, rilancia la storia del “Pippo umano”, raccontando di averlo visto appostato fuori da casa sua, di notte.

Così Jonathan Galindo da "meme" del web diventa una leggenda urbana: un individuo disturbato con una maschera a coprire una deformità fisica, chi manderebbe un messaggio a Galindo riceverebbe in cambio video inquietanti, spaventosi, e in qualche caso perfino la foto della propria casa ripresa dall'esterno avallando le doti da stalker capace di scoprire il codice ip degli utenti.

Vale il discorso fatto per l’analogo fenomeno della Blue Whale: il consiglio è sempre quello di non cedere i propri dati personali a uno sconosciuto che ci contatta su internet.


Jonathan Galindo un gioco mortale

Ma come si lega questo fenomeno web con la morte di un bambino a Napoli? Era vittima di una challenge mortale come quella di cui si parlò un anno fa con la Blue Whale?

"Mamma, papà vi amo ma devo seguire l’uomo col cappuccio"


Gli inquirenti non escludono possa essere stato vittima di un gioco che si svolge totalmente on-line, che comprende atti di autolesionismo fino al suicidio. Secondo quanto emerso finora, sembra che il ragazzo, residente con la famiglia nel quartiere Chiaia della città, fosse sano e felice, praticava sport ed era perfettamente integrato. 

La Squadra Mobile della Questura di Napoli indaga a 360 gradi ipotizzando il reato di istigazione al suicidio che consente un raggio di azione investigativo più ampio. Secondo quanto si è appreso l'undicenne è uscito dalla cameretta per andare in bagno intorno a mezzanotte. A letto, però, non c'è più tornato. Quando i genitori se ne sono accorti l'hanno cercato fino alla tragica scoperta: uno sgabello vicino alla ringhiera del balcone, il cellulare a terra e il corpo esanime del piccolo giù. Inutile l'intervento dei sanitari del 118 che una volta giunti sul posto non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.


Massimo Polidoro, segretario nazionale del Cicap (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulle Pseudoscienze), sostiene che legare la morte del bimbo ad una challenge mortale si tratti di una fake news, e che non ci sia alcuna prova della relazione tra questo specifico gioco e l’istigazione al suicidio che avrebbe scatenato in questo e altri casi. Ma anche questa affermazione è tutta da provare.


Ma come abbiamo visto il caso del bimbo napoletano potrebbe non essere il solo. Dalla provincia di Ancona arriva il racconto fatto da alcuni genitori a il Resto del Carlino che nel luglio scorso ha pubblicato la testimonianza di alcune mamme che avevano denunciato il "gioco che si diffonde attraverso i profili Instagram, Facebook ma anche Tik Tok".“

"Arriva la richiesta di contatto da Jonathan Galindo – riferisce una mamma preoccupata – e se accetti ti viene inviato, tramite messaggistica, un link che ti propone di entrare in un gioco nel quale vengono proposte delle sfide e prove di coraggio fino ad arrivare all’autolesionismo. In realtà so che c’è chi ha ricevuto anche più richieste da profili simili, differenziati magari da un punto o da un trattino tra le parole Jonathan e Galindo. Mia figlia mi ha raccontato che tra le prove c’è quella di incidere con una lama sulla pelle dell’addome le lettere iniziali del proprio nome ma anche il numero del diavolo 666. Mi sono spaventata e per fortuna non è stato nascosto nulla a noi genitori. Purtroppo oggi i ragazzini a 12 anni, nonostante le resistenze di noi genitori, hanno già il loro smartphone e vari profili social ma sono esposti a pericoli di questo tipo".

Anche in questo caso i genitori si sarebbero rivolti alle forze dell'ordine. 

Insomma quella di Galindo è una storia che forse è nata per scherzo ma che potrebbe finire col mettere a rischio gli adolescenti più fragili. Il consiglio è quello di bloccare l’utente e non provare per nessun motivo a contattarlo per mettersi al riparo da reati informatici.


Cosa fare contro Jonathan Galindo?

Su questa vicenda si stanno già muovendo le autorità allertate dai genitori degli adolescenti a cui è arrivato il messaggio di Galindo. La catena su WahtsApp non veicola malware o virus ma di fatto è una trovata horror in stile WhatsApp. Il consiglio è comunque quello di bloccare l’utente e non provare per nessun motivo a contattarlo visto che è possibile che la questione venga sfruttata, anche da terzi per compiere dei reati informatici.

Nello specifico basterà alla ricezione del messaggio da Jonathan Galindo:

  • Aprire la conversazione con Galindo

  • Tappare sui tre puntini in alto

  • Tappare su Altro

  • Tappare su Blocca

  • Tappare su Segnala e Blocca

Galindo chiaramente non è l'unica catena a fare scherzi. Questa tendenza ha già visto altri profili aggirarsi per i meandri di WhatsApp dando vita a catene e tormentoni, spesso veicolo di truffe informatiche, tentativi di infezione attraverso virus, così come furto di dati sensibili. Qui però c'è di mezzo la salute degli adolescenti che si mettono in gioco con assurde prove di autolesionismo che potrebbero divenire molto pericolose. Il miglior consiglio è senza dubbio la massima attenzione a messaggi strani e particolari e se dovesse capitare di essere contattati, evitate assolutamente di stare al gioco e di condividere catene oltre a chiamare e segnalare subito il tutto alle autorità competenti che possono così procedere nelle indagini.













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