Ieri sera 11 agosto 2020, su diversi canali nazionali è stato affrontato il tema dell’apertura o chiusura delle scuole. Il Presidente Mattarella ha evidenziato la priorità al diritto dell’istruzione, e sollecitato il governo di trovare una soluzione che permettesse agli alunni e studenti di stare “al passo” con l’istruzione scolastica.
Dal confronto tenutosi con esponenti politici, giornalisti e medici è emerso che qualsiasi soluzione venisse adottata, si andrebbe incontro a dei problemi che, inevitabilmente, si ripercuoterebbe sul programma scolastico ed istruzione degli alunni e studenti.
L’esperienza precedente con la chiusura delle scuole, con l’istruzione online, sono stati in molti ad affermare: “mai più” – “è stata una tragedia”- riscontrando divrsi problemi: Genitori (a turno) costretti a rimanere in casa e alle prese con tablet; telefonini e computer che in molti casi non riuscivano a collegarsi in internet per assenza del segnale; la pw errata; orari diversificati per indisponibilità dei professori o maestre; troppi alunni collegati nello stesso momento (quasi una classe intera) mandava in tilt il programma e la difficoltà dell’insegnante nel seguirli tutti era un’impresa ardua.
Da considerare che non tutti gli alunni o studenti da casa sono “attenti” nel seguire le lezioni (magari impegnati a fare colazione o alle prese con altre distrazioni). Per non parlare delle continue richieste di fotocopie (ricezione ed invio) attraverso chat o fax o email. Per farla breve, tutti aspettavano la chiusura della scuola per dire: “finalmente è finita”
Apertura scuole
Anche in questo caso, aprire le scuole e ritrovarsi dopo una settimana la chiusura della stessa o di una classe perché un bambino, ragazzo, studente è stato contagiato dal virus, ci ritroveremo di fronte al “passo indietro” com’è successo in occasione dell’apertura delle discoteche che era meglio non autorizzarne l’apertura. Fare un passo indietro significa anche “bruciare gli investimenti economici/adeguamento” sostenuti per permetterne l’apertura. Immaginate la delusione e scoraggiamento dei proprietari dei locali, sapendo di riaprire nel periodo di Agosto locali e discoteche (quale periodo migliore per il business) dopo aver investito per renderlo “a norma” vedersi dopo una settimana un decreto che ne obbliga la chiusura.
Stessa cosa potrebbe verificarsi per le scuole. Divisione delle classi in più locali ed adeguamento tecnico/ sanitario seguendo tutte le norme per la sicurezza. Considerando:
Che non tutti gli istituti scolastici hanno il numero necessario per la divisione in più classi.
Che ci dovrebbe essere un medico in ogni edificio scolastico (opinione medica di ieri sera).
Una parte degli alunni saranno preferite perché non saranno seguite dalla stessa maestra e, per le elementari in particolar modo, entrano in gioco altri problemi anche psicologici. Perché lei è andata con la maestra ed io no? Quali saranno i principi della divisione di classe?
Per non parlare di migliaia di Docenti e Ata assunti a tempo determinato, ma licenziati in caso di lockdawn
COSA FARE QUINDI? QUALE POTREBBE ESSERE UNA SOLUZIONE? LA MIA IDEA….
Premesso che non possiamo tenere “la botte piena e la moglie ubriaca”, la soluzione più giusta sarebbe quella di “prevenire” meglio che “curare”. La chiusura delle scuole ma organizzata in maniera diversa potrebbe essere la soluzione più idonea
Il MIUR potrebbe mettere a disposizione ai singoli insegnanti il numero necessario di “collaboratori/tutor” a tempo determinato che possano seguire la sua classe. Avere quindi un collaboratore ogni 10 alunni che possa seguire online il suo programma scolastico (anche giornaliero) organizzandosi nel ricevere, correggere e disporre gli aggiornamenti.
La stessa insegnante può entrare nella chat in qualsiasi momento per seguire la lezioni o intervenire nelle diverse classi. In questo modo gli alunni sono più seguiti e monitorati (in numero limitato) e meno stress per l’insegnante. Ogni collaboratore fornirà a fine lezione una relazione all’insegnate. Gli esami (per quelli che dovranno sostenerlo) saranno sostenuto direttamente con l’insegnante e non con il tutor/collaboratore.
Ogni regione, provincia, città, paese, potrà essere in grado in questo modo quindi, di gestire nel migliore dei modi il proprio territorio dal punto di vista dell’istruzione e formazione scolastica.
Il sacrificio e problemi relativi all’organizzazione sarà sostenuto dai genitori, ma è molto meglio che ritrovarsi un “regalo” in casa … PREVENIRE E MEGLIO CHE CURARE.
Qualcuno si chiederà: Quanti collaboratori (maestri/tutor) occorreranno? Il governo sarà in grado di garantirlo economicamente?
Da considerare che ci saranno molti di loro che percepiscono il reddito di cittadinanza, ed il risparmio di energia e quant’altro serva per tenere “attivo” un edificio scolastico non è da poco (risparmio economico). Inoltre, il piano economico d’investimento era già stao previsto dal governo per l’assunzione a tempo determinato dei nuovi insegnanti.
Se il governo dovesse confermare l'apertura delle scuole, questa potrebbe essere la soluzione (piano B) al verificarsi di un nuovo lockdown
Comments