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Immagine del redattoreAgostino Conte - Scrittore

IL SINDACO ESASPERATO CARICA SUL FURGONE GLI IMMIGRATI E LI PORTA DAVANTI A PALAZZO CHIGI

IVAN BOEMO sindaco di Gonars (Udine) ha deciso di dare un segnale forte al Governo e di mettersi in viaggio, accompagnato dal comandante della polizia locale. “Lo faccio a nome di tutti i sindaci. Non ce la facciamo più. La soluzione c’è: bisogna ripristinare le frontiere”. Un invito agli altri sindaci: Scaricateli tutti a Palazzo Chigi o in casa dei Ministri, vedrete risolveranno subito il problema.


Lo aveva promesso da tempo e l’ha fatto. "Pago di tasca mia il bus e li porto sotto i portoni di Palazzo Chigi, così al Governo capiranno che l'emergenza migranti è una cosa seria". E’ partito alle 10 di lunedì 17 agosto da Gonars al volante di un furgone di proprietà del Comune, a bordo del quale ha caricato cinque minori provenienti dal Bangladesh e rintracciati dalla polizia stradale, nella notte tra domenica e lunedì, attorno alle 3.30, vicino al cantiere della terza corsia.

Destinazione Roma, palazzo Chigi accompagnato dal comandante della polizia locale Tristano Grop.

“Lo faccio a nome di tutti i sindaci. Non ce la facciamo più" – (lo sfogo) -. La soluzione c’è: bisogna ripristinare le frontiere. Per me la politica è una passione, non vivo con lo stipendio da sindaco e per fortuna ho già un lavoro. Lo Stato, che fa questo di mestiere, non ha saputo risolvere il problema incombente.

In qualità di sindaco ho il dovere di tutelare i miei cittadini, visto che c’è un problema sanitario e non soltanto di immigrazione. Non mi arrendo. Continuerò questa battaglia. Siamo davvero sfiniti.


Questo Stato non ci rappresenta. Nella notte tra domenica e lunedì ho effettuato, al fianco dei miei cittadini, un monitoraggio del territorio. Ormai sappiamo dove scaricano queste persone e di conseguenza vigiliamo durante la notte.

La polizia stradale, verso le 3.30, ha rintracciato 10 cittadini migranti in autostrada, vicino all’Autogrill, in un luogo diverso rispetto al solito. Nelle prime ore della mattinata mi hanno chiamato per comunicarmi che tra le dieci persone trovate, tutte provenienti dal Bangladesh, c’erano anche 5 minori, tutti a carico del Comune. A quel punto ho preso il furgone e li ho caricati per portarli a Roma.


"Sono sicuro che lì troveranno una sistemazione adeguata. Siccome lo Stato porta via soltanto i maggiorenni, ho dovuto attrezzarmi e arrangiarmi autonomamente. Sottolineo che mentre sono in viaggio (il sindaco arriverà nella capitale attorno alle 17) sono state rintracciate altre 20 persone in via Torviscosa, sempre nel mio comune”.

Il sindaco Boemo, nella mattinata di lunedì 17 agosto, ha chiamato il Tribunale dei Minori di Trieste per spiegare di non avere più spazio a disposizione per ospitare i minori. “Ad oggi ho 25 ragazzi in carico al nostro comune. Si trovano alla Croce Rossa di Palmanova, dove gli spazi sono esauriti. Siccome i tempi della pubblica amministrazione sono biblici faccio da solo. Di certo non sono contenti del mio arrivo a Roma. Mi stanno arrivando telefonate a raffica ma non torno indietro”.


Boemo ha incassato l’appoggio di molti amministratori dei comuni limitrofi e non solo. La sindaca di Bicinicco, Paola Turello, che parla anche a nome del collega di Santa Maria la Longa, esprime solidarietà al primo cittadino di Gonars e lancia anche un appello. “Può capitare anche a noi di trovarci in una situazione simile e di non sapere come gestire questi ragazzi. Sollecitiamo un intervento del prefetto con soluzioni logistiche e pratiche. Ci risulta che le strutture della Croce Rossa di Palmanova siano già piene. Siamo in stretto contatto con l’Ambito socio assistenziale, che si sta prodigando per trovare delle soluzioni. Stiamo attendendo che montino delle tendopoli in provincia per ospitare le persone che, ogni giorno, vengono rintracciate dalle forze dell’ordine. Siamo preoccupati anche per i costi. I minori non accompagnati costano dagli 80 ai 120 euro al giorno alle amministrazioni comunali che li hanno in carico e poi c’è la preoccupazione anche per quanto concerne la sicurezza sanitaria. Il nostro timore è che prima o poi i cittadini agiscano in modo incontrollato. Sollecitiamo, tramite la Prefettura, un potenziamento delle forze di polizia”.





Mentre era in viaggio verso Roma, fa una breve sosta a Bologna per effettuare un giro di telefonate. Boemo viene  contattato dal prefetto Michele di Bari, capo Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, che gli comunica che nel frattempo si erano liberati cinque posti a Trieste. Grazie all’interessamento dei senatori Maurizio Gasparri e Sandra Savino, il ministero degli Interni gli ha promesso che sarà fissato un incontro con la ministra Luciana Lamorgese al suo rientro dalla Tunisia.


“Non riuscivamo a trovare una soluzione e l’unica strada era quella di un gesto forte" - spiega Boemo, almeno in parte sollevato e ormai sulla via del rientro in Friuli -. "Purtroppo, i cinque posti a Trieste si sono resi disponibili per la fuga di altrettanti ragazzini; e questa non è affatto una buona notizia, visto che il problema vero, in questo momento, è quello sanitario”. Già, il Covid. “Quando sono stato eletto, ho giurato di tutelare la salute pubblica dei miei cittadini - continua Boemo -. L’ho fatto per loro e anche per quei ragazzini: non ce la facevo più a vederli cuocere sotto il sole per ore in mezzo alla strada in attesa del tampone. Questa non è accoglienza: non si possono trattare così le persone”. E allora, di fronte all’immobilismo dello Stato, stamani ha preso il furgoncino del Comune e ci ha caricato sopra gli ultimi minorenni in ordine di tempo scaricati da chissà quale passeur.


“La Polizia stradale li aveva trovati all’alba all’autogrill di Gonars, lungo l’autostrada A4. Quando mi hanno chiamato, mi sono cadute le braccia - dice -. Era la terza notte che non dormivo. Ma con i minorenni, si sa, i Comuni si devono arrangiare e visto che per paura del Covid nessuno si mette al volante di un mezzo pieno di gente, tantomeno migranti, l’ho fatto io. Rischiando in prima persona. Ma lieto di vedere quei ragazzini felici alla notizia che stavamo andando a Roma. Wonderful, ripetevano”.

Premesso che, secondo me, la metà dei ragazzini non sono minorenni e che bisognerebbe prevedere per legge il test dei raggi ai polsi per verificarne l’effettiva età - suggerisce Boemo -

L’unica soluzione possibile può arrivare da una stretta sui controlli al confine, ed a farli non possono essere le forze dell’ordine, ridotte già allo stremo, ma deve essere mandato l’esercito una volta per tutte, perché in gioco c’è la nostra e la loro salute”. 


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